Siamo un popolo sovrano o sudditi?

Questo è un blog che si occupa di politica, società, attualità. Ci poniamo le domande seguendo un preciso indirizzo politico: ma siamo sudditi o, come dice la nostra Costituzione, popolo sovrano? e se, come spero, siamo un popolo sovrano perchè ci comportiamo da sudditi?

Thursday, October 26, 2006

l'autolesionismo dello Stato

Una cosa della politica a me non è mai piaciuta, il suo innato autolesionismo a cui solo la povera gente ci rimette. Diciamo la verità, ieri il decreto è stato bocciato al senato per due motivi.

1. perchè il governo non ha una maggioranza
2. perchè l'opposizione ha voluto dimostrarlo facendo ostruzionismo a scapito della povera gente

Bella classe politica che ci ritroviamo. Ferrero afferma che la destra fa un "gioco al massacro", sicuramente il gioco della politica, spesso, è contro gli interessi dei cittadini.
Che Fini abbia ragione nell'affermare che <<la maggioranza c’è o non c’è a seconda che un senatore abbia o meno un raffreddore», non lo metto in dubbio, però quel decreto ci voleva e si ha ragione quando la gente si disamora di una classe politica che pensa solo, destra e sinistra, ai suoi interessi.

Certo, a vedere i comportamenti dei nostri politici sembrano ragazzini a scuola. Ieri grandi applausi dai banchi della Cdl, che ha parlato di «esproprio proletario», forse dimenticando l'art. 14 della costituzione italiana che parla di "inviolabilità del domicilio" da cui poi si è fatta risalire il diritto ad avere una casa. Naturalmente, di contro, abbiamo lo sdegno della maggioranza che è stato espresso dagli esponenti dell’Unione. Giovanni Russo Spena, bertinottiano come il ministro, ha protestato contro «l’egoismo sociale» della destra. Anna Finocchiaro, capogruppo dell’Ulivo, ha denunciato il «cinismo di un’opposizione che gioca sulla pelle dei cittadini per pura strumentalità». Io, che mi reputo di destra, quella vera, quella morta alla caduta di Mussolini, come faccio a darli torto?
Il ministro Vannino Chiti (Ds) ha parlato di «bomba contro chi ha bisogno». Frattanto due sindaci importanti della sinistra (Rosa Russo Iervolino da Napoli, Walter Veltroni da Roma) hanno denunciato le pesanti ripercussioni nelle rispettive città. Il guaio è che il governo non pare esente da colpe. Lo stesso premier sembra ammetterlo tra le righe, quando accenna a «problemi procedurali» su un voto «che poteva essere rinviato». Più esplicito il diessino Cesare Salvi, che non esita a parlare di «dilettantismo del governo». E punta l’indice: l’altro giorno, in Commissione bilancio, erano stati sollevati rilievi di costituzionalità sull’articolo 1 del decreto, laddove prevedeva al comma 7 una proroga di 9 anni delle locazioni per gli inquilini degli immobili cartolarizzati. Poiché lo Stato ci avrebbe rimesso dei soldi, si poneva un problema di copertura. Riconosciuto dal ministro Ferrero, il quale aveva dato disponibilità a sopprimere il comma. Sennonché poi, si sfoga Salvi, «non si è fatto nulla, nemmeno una riunione», e il decreto è arrivato in aula tale e quale, pronto per essere impallinato. Come impallinato è stato.
Inoltre «non ci si è preoccupati degli assenti e dei malati». Mancavano per la maggioranza il presidente Marini, il ministro Turco, quattro senatori all’estero (Dini, Sinisi, Casson, Pollastri), altri quattro in ospedale (D’Ambrosio, Thaler, Mazzarello, Giannini). Il presidio dei «patres patriae» era meno nutrito del solito, con la novantaseienne Rita Levi Montalcini lasciata a casa. Prodi ha lamentato che «quando possono distrarsi, i senatori si distraggono», e se ne vanno «a spasso». La Finocchiaro ha strigliato il gruppo annunciando un giro di vite sulle missioni oltremare (imputato numero uno Dini). E’ scattata una corsa contro il tempo per riempire qualche poltrona vuota in vista delle votazioni pomeridiane. E in attesa che la maggioranza ritornasse tale nei numeri, si è assistito a un fenomeno paradossale: l’ostruzionismo praticato dall’Unione medesima per impedire alla destra di bissare il successo mattutino. Sono rientrati al galoppo la Turco e Marini. Addirittura la Thaler ha lasciato il letto d’ospedale a ventiquattr’ore da un intervento. Quando finalmente l’aula s’è pronunciata sulle dimissioni del senatore Bubbico, è tornato in vantaggio il centrosinistra smorzando alquanto gli entusiasmi avversari: 150 sì contro 148 no. Già, perché nel frattempo a spasso erano andati alcuni senatori di An e Forza Italia, presenti la mattina ma non nel pomeriggio. Per l’azzurro Beppe Pisanu, «le assenze della maggioranza possono avere un significato politico».

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