Siamo un popolo sovrano o sudditi?

Questo è un blog che si occupa di politica, società, attualità. Ci poniamo le domande seguendo un preciso indirizzo politico: ma siamo sudditi o, come dice la nostra Costituzione, popolo sovrano? e se, come spero, siamo un popolo sovrano perchè ci comportiamo da sudditi?

Thursday, October 26, 2006

Oggi in politica manca il Coraggio

Vi voglio raccontare una storia. L'avete letta tante volte nei libri di storia ma una volta in più che male ce? ascoltiamo balle diecimila volte al giorno, quelle che vi sto per raccontare, è una storia che sentiamo al massimo una volta ogni biennio!!

Correva l'anno 1943, in Italia vigeva una situazione militare ormai allo sfascio, lo sfascio in Italia deve essere, comunque la metti, una caratteristica naturale del nostro paese. Le posizioni ormai contrarie al Duce del Fascismo della Casa Savoia, trovò uno sbocco naturale nel Gran consiglio fascista del 24 luglio; Se Mussolini ebbe sentore del tradimento nessuno lo sa o, per meglio dire, tutti pensano di saperlo ma se prendete quattro libri di Storia vi diranno quattro cose diverse quindi la realtà è che nessuno lo sapeva.
Sta di fatto che Mussolini si recò al Gran consiglio, organo costituzionale dal 1928 (precedentemente era semplicemente un organo di Partito), e, per lo più, era stato soltanto una sorta di "cassa di risonanza" delle decisioni del Duce, sempre pronto ad avallare le sue decisioni senza utilizzare il suo (esistente) peso istituzionale; quel giorno però il Gran consiglio si trasformò nello strumento legale in cui si coagularono le manovre della monarchia per cercare di salvare se stessa, unitamente agli interessi di chi voleva semplicemente un "fascismo senza Mussolini".Fu proprio il re, che aveva un ventennio prima voluto accettare il Duce come primo ministro, a decidere che era il momento, per salvare la monarchia, di sacrificarlo: dal gennaio 1943 iniziano così le "grandi manovre" del sovrano, di cui fu messa al corrente solo una piccola cerchia di fedelissimi, che trovarono in Grandi e in Ciano (il genero del Duce) gli alleati nel Partito di cui avevano bisogno, utilizzandoli per i propri fini e probabilmente senza che questi si accorgessero del vero scopo cui servivano.
Purtroppo non esiste alcun verbale né alcuna ricostruzione univoca della riunione del 24/25 luglio, e dobbiamo affidarci a diversi racconti di parte: dopo una esposizione di Mussolini sulla situazione in Sicilia, in cui il Duce scaricò la colpa della situazione sul maresciallo Badoglio (ex capo di Stato maggiore peraltro silurato più di un anno prima) e ripeté le promesse fattegli da Hitler di un soccorso militare attivo (promesse alle quali, per passate esperienze, nessuno ormai, escluso lui, credeva più), vi furono diversi interventi più o meno diretti di Ciano, Bottai e De Bono, oltre che di Grandi "l'uomo del re", che, puntando l'indice contro il Duce, disse "fra le molti frasi vacue o ridicole che hai fatto scrivere sui muri di tutta Italia, ce n'è una che hai pronunciato dal balcone di Palazzo Chigi nel '24: "Periscano le fazioni, perisca anche la nostra, purché viva la nazione". E' giunto il momento di far perire la fazione". A questo punto Mussolini dichiarò chiusa la discussione e mise ai voti, per appello nominale, l'ordine del giorno Grandi, che era stato firmato da 18 dei 28 membri del Gran Consiglio presenti; il nocciolo della proposta Grandi era la richiesta per "l'immediato ripristino di tute le funzioni statali" e l'invito al Duce di pregare il re "affinché egli voglia, per l'onore e la salvezza della patria, assumere con l'effettivo comando delle forze armate di terra, di mare e dell'aria, secondo l'articolo 5 dello Statuto del Regno, quelle supreme iniziative di decisione che le nostre istituzioni a lui attribuiscono": al di là del contorto linguaggio politico, appariva evidente che fra le supreme iniziative del re, se c'era stata quella della guerra, poteva esserci anche quella della pace.Tale mozione ottenne 19 voti su 28 e venne approvata ormai alle 3 di mattina del 25 luglio; pare che Mussolini, terreo, si sia alzato dalla poltrona a fatica ed abbia detto lentamente: "Sta bene. Mi pare che basti. Possiamo andare. Voi avete provocato la crisi del regime. La seduta è tolta".

Sinceramente non conta ciò che successe nel proseguio. L'arresto di Mussolini, la liberazione da parte di Hitler e compagnia bella.
Solo una cosa voglio farvi notare. Ciano, Grandi, e tutti e 19 che quel giorno votarono per la caduta di Mussolini firmarono la loro condanna a morte.
Lo sapevano. Tutti e 19 lo sapevano ma a parte 2, max 3 storici che io ho avuto l'onore anche di conoscere tutti fanno finta di non saperlo.

Il coraggio di decidere di morire per motivi che, non spetta a me dirlo, sono l'assunzione della responsabilità di certe scelte. Anche se nessuno lo ammetta, è l'orgoglio di UOMO che prende le decisioni e se ne assume le responsabilità.

Sfido chiunque, oggi, in Parlamento a prendere una decisione che lo porterebbe alla morte.

Quello che manca oggi alla politica? il Coraggio. Solo quello.

l'autolesionismo dello Stato

Una cosa della politica a me non è mai piaciuta, il suo innato autolesionismo a cui solo la povera gente ci rimette. Diciamo la verità, ieri il decreto è stato bocciato al senato per due motivi.

1. perchè il governo non ha una maggioranza
2. perchè l'opposizione ha voluto dimostrarlo facendo ostruzionismo a scapito della povera gente

Bella classe politica che ci ritroviamo. Ferrero afferma che la destra fa un "gioco al massacro", sicuramente il gioco della politica, spesso, è contro gli interessi dei cittadini.
Che Fini abbia ragione nell'affermare che <<la maggioranza c’è o non c’è a seconda che un senatore abbia o meno un raffreddore», non lo metto in dubbio, però quel decreto ci voleva e si ha ragione quando la gente si disamora di una classe politica che pensa solo, destra e sinistra, ai suoi interessi.

Certo, a vedere i comportamenti dei nostri politici sembrano ragazzini a scuola. Ieri grandi applausi dai banchi della Cdl, che ha parlato di «esproprio proletario», forse dimenticando l'art. 14 della costituzione italiana che parla di "inviolabilità del domicilio" da cui poi si è fatta risalire il diritto ad avere una casa. Naturalmente, di contro, abbiamo lo sdegno della maggioranza che è stato espresso dagli esponenti dell’Unione. Giovanni Russo Spena, bertinottiano come il ministro, ha protestato contro «l’egoismo sociale» della destra. Anna Finocchiaro, capogruppo dell’Ulivo, ha denunciato il «cinismo di un’opposizione che gioca sulla pelle dei cittadini per pura strumentalità». Io, che mi reputo di destra, quella vera, quella morta alla caduta di Mussolini, come faccio a darli torto?
Il ministro Vannino Chiti (Ds) ha parlato di «bomba contro chi ha bisogno». Frattanto due sindaci importanti della sinistra (Rosa Russo Iervolino da Napoli, Walter Veltroni da Roma) hanno denunciato le pesanti ripercussioni nelle rispettive città. Il guaio è che il governo non pare esente da colpe. Lo stesso premier sembra ammetterlo tra le righe, quando accenna a «problemi procedurali» su un voto «che poteva essere rinviato». Più esplicito il diessino Cesare Salvi, che non esita a parlare di «dilettantismo del governo». E punta l’indice: l’altro giorno, in Commissione bilancio, erano stati sollevati rilievi di costituzionalità sull’articolo 1 del decreto, laddove prevedeva al comma 7 una proroga di 9 anni delle locazioni per gli inquilini degli immobili cartolarizzati. Poiché lo Stato ci avrebbe rimesso dei soldi, si poneva un problema di copertura. Riconosciuto dal ministro Ferrero, il quale aveva dato disponibilità a sopprimere il comma. Sennonché poi, si sfoga Salvi, «non si è fatto nulla, nemmeno una riunione», e il decreto è arrivato in aula tale e quale, pronto per essere impallinato. Come impallinato è stato.
Inoltre «non ci si è preoccupati degli assenti e dei malati». Mancavano per la maggioranza il presidente Marini, il ministro Turco, quattro senatori all’estero (Dini, Sinisi, Casson, Pollastri), altri quattro in ospedale (D’Ambrosio, Thaler, Mazzarello, Giannini). Il presidio dei «patres patriae» era meno nutrito del solito, con la novantaseienne Rita Levi Montalcini lasciata a casa. Prodi ha lamentato che «quando possono distrarsi, i senatori si distraggono», e se ne vanno «a spasso». La Finocchiaro ha strigliato il gruppo annunciando un giro di vite sulle missioni oltremare (imputato numero uno Dini). E’ scattata una corsa contro il tempo per riempire qualche poltrona vuota in vista delle votazioni pomeridiane. E in attesa che la maggioranza ritornasse tale nei numeri, si è assistito a un fenomeno paradossale: l’ostruzionismo praticato dall’Unione medesima per impedire alla destra di bissare il successo mattutino. Sono rientrati al galoppo la Turco e Marini. Addirittura la Thaler ha lasciato il letto d’ospedale a ventiquattr’ore da un intervento. Quando finalmente l’aula s’è pronunciata sulle dimissioni del senatore Bubbico, è tornato in vantaggio il centrosinistra smorzando alquanto gli entusiasmi avversari: 150 sì contro 148 no. Già, perché nel frattempo a spasso erano andati alcuni senatori di An e Forza Italia, presenti la mattina ma non nel pomeriggio. Per l’azzurro Beppe Pisanu, «le assenze della maggioranza possono avere un significato politico».

-buone notizie: il governo è in crisi

In questo periodo difficile che noi attraversiamo, per noi non intendo la classe dei privilegiati tra cui, appunto, la classe politica, ogni tanto arrivano anche le buone notizie: il governo è in crisi.
Prodi nega che nel centrosinistra sia venuto meno lo «spirito del '96», che non si sa bene quale sia, ma prosegue che nelle sue intenzioni e nel suo programma c'è volontà, c'è determinazione, c'è un programma che stiamo rispettando. E tutto il resto è musica. Andatelo a dire a Vasco Rossi, non a me».
Prodi incalza il discorso, dimostrando la crisi di un sistema e di un governo ormai palese, egli risponde a chi (Fassino, Rutelli) gli aveva parlato di "Fase 2" dicendo che «E' una terminologia che non conosco, che ignoro e non uso - ha detto il Professore -. Il governo ha iniziato la sua azione con velocità elevata e con le riforme». Non solo: «Non dico dopo, ma anche durante la Finanziaria continuerà sulla stessa via - ha scandito Prodi -. Nella manovra infatti ci sono riforme, liberalizzazioni, cambiamenti, che sono perfettamente in linea con quanto elaborato nel programma». Insomma, «si fa come si deve il nostro lavoro in coerenza con quanto deciso». La bella notizia, questa volta dichiarata, ancora deve arrivare ed è: «Non sono un uomo per tutte le stagioni. Quando avremo fatto le riforme si potrà fare avanti anche un altro».

c'è solo da sperare che lo cacciano prima di fare queste riforme.

Ieri, il governo è stato bocciato nel decreto sugli sfratti al Senato, ma non sembra sia un fatto raro. Proprio oggi alla Camera il governo riesce ad ottenere le maggioranze su pochi volti, a volte solo due.

Andiamo su,,.,,, ogni tanto ci sono anche buone notizie

Wednesday, October 25, 2006

L'Italia è Fallita. Dal Blog di Beppe Grillo

Cos'è questo benedetto Tfr? significa Trattamento di Fine Rapporto. Sono i soldi che mettiamo da parte per la nostra vecchiaia. O in caso di perdita del lavoro. Un investimento per il futuro, per le emergenze. Un salvagente sempre più pesante, importante, ogni anno che passa.Una cosa va chiarita: sono soldi nostri. Il datore di lavoro li tiene in banca per noi. Non appartengono allo Stato, non all’azienda, non alle banche. Se ci rompiamo le balle e ci licenziamo finiscono dritti dritti sul nostro conto corrente. Se vogliamo comprare casa possiamo chiederne una parte. Se ci vengono gli incubi di notte per l’Italia che si inabissa (con noi sopra) il TFR è un piccolo sollievo. Una brezza gentile che ci fa riprendere sonno. L’Inps è ormai una vecchia baldracca che nessuno paga più. I soldi che le abbiamo dato, quando era più attraente di adesso (sempre un cesso, ma almeno più giovane) non li ha più. La dava, li dava, a tutti. Le pensioni si devono però pagare.
Se non si pagassero in Italia ci sarebbe la Rivoluzione. Altro che Argentina. Cadrebbero, metaforicamente o meno, molte teste nei cesti. La valutazione del Governo di trasferire con destrezza il 50% del TFR all’Inps è un chiaro segnale al Paese: “Nessuno, se paga le tasse, è intoccabile”. Accompagnato da un’altro: “L’Inps è fallita”. E ancora da un altro: “Ciò che è dei cittadini è proprietà dello Stato”.

Tutti sanno che le aziende usano in parte il piccolo, o grande, capitale dei TFR dei dipendenti per finanziarsi. Non ci nascondiamo dietro a un dito: le banche finanziano Tronchetti o Benetton, ma non la media e piccola impresa. E a questa sarà sottratto il TFR. All’unica parte del Paese che produce ancora qualcosa. Ma non è meglio dichiarare bancarotta? Sarebbe più onesto. Un punto fermo e si riparte, invece di sprofondare in una palude quotidiana fatta di Cimoli che resiste (ma cosa resiste a fare?), di Tronchetti che si rafforza e di Benetton che vuole aumentare i pedaggi. Perchè questa, e non altro, è oggi l’economia dell’Italia.

L'Europa periferia del mondo?

Nel 2004 la Cina è cresciuta del 10.1%, nel 2005 del 9.9% e nel 2006 probabilmente i dati non si discosteranno da questi, gli Stati Uniti, pur avendo al loro interno molti problemi, a volte simili ai nostri, sono cresciuti nel 2004 del 4.2% e nel 2005 del 3.5% e, anche qui, per il 2006 non dovremmo distaccarci molto dall’ordine del 3%.
In Europa questa crescita non c’è, tanto da non poter negare lo slogan il mondo cresce l’Europa no. Nel 2005 l’Europa è cresciuta del 1.3%, e se considerassimo l’Euro-zone non andiamo oltre l’1.5% - 1.6%, in flessione rispetto al 2% - 2.4% del 2004. Se poi andassimo a differenziare le zone, Francia e Spagna in questi anni sono maggiormente cresciuti, la Germania ha avuto un declino ma ne ha approfittato per attuare le riforme strutturali di cui aveva bisogno, e ora è lei che sta trainando l’Europa, mentre l’Italia resta ferma all’1% e poco più.
La mia convinzione è che l’Europa non ha alcuna sfida con la Cina da affrontare, o – per meglio dire –, la sfida più grande l’ha con sé stessa, perché ora dovrà prendere decisioni epocali che, nel breve periodo non potranno piacere a nessuno, ma nel lungo potrebbero rivelarsi la salvezza e la forza per rilanciare il continente nell’Economia Globalizzata.
Anche la Cina ha le sue problematiche e bisogna vedere se riuscirà a controllare la crescita che fino ad ora l’ha accompagnata, dovendo far fronte alle sue mille contraddizioni interne.
Prima di una qualunque competizione “sportiva” bisogna trovare la condizione atletica migliore e la si trova sfidando i propri limiti e cercando di superarli. Cina, Europa e chiunque voglia partecipare a una competizione non può dimenticare questo. L’Agenda di Lisbona, oggetto della critica da parte del rapporto Kok, ha dimenticato, che non si può sperare di divenire in 10 anni la prima economia mondiale, se non si vogliono superare certe insicurezze ben radicate nella società e non si vogliono attuare certe riforme che oggi, nonostante tutto, è comodo non attuare, che domani forse saranno superate ma inutilmente, con più fatica e con la tristezza di vedere davvero nell’Europa la periferia del mondo.

AVANTI POPOLO....

Avanti popolo.
Avanti davvero...

un popolo sfratto ma che va avanti. La finanziaria 2007 è un masso per la povera gente però Avanti. Abbiamo un governo distrutto però avanti.

Avanti popolo con le pensioni una chimera e le città disordinate.
Chi sarà il salvatore dell'Italia? Berlusconi? Prodi?

o semplicemente l'Italia non avrà salvatori e andrà in rovina.....?

non so,

non so

Agli italiani non importa dell'Italia?

Perché gli italiani non hanno a cuore l’interesse “della cosa pubblica”, della partecipazione consapevole al “bene comune”, della difesa ad oltranza delle nostre origini e tradizioni?, perché poco si occupano della cosidetta “Rappresentanza Politica”, cioè, ad esempio, per non far nomi, perché i campani continuano a votare i Bassolino, i Mastella, i De Mita, le Iervolino o i Lojero in Calabria e i Cuffaro in Sicilia?. Per cercare di capire cito Benjamin Costant de Rebecque (1767-1830): “I popoli che, per godere la libertà a loro piu’ conveniente, ricorrono al sistema rappresentativo, devono esercitare una sorveglianza attiva e costante sui loro rappresentanti e riservarsi, a scadenze non troppo ampie, il diritto di metterli da parte se hanno deluso le loro speranze e di revocare loro i poteri di cui avessero abusato. Poiché dal fatto che la libertà moderna si diversifica da quella antica, deriva che è anche minacciata da un pericolo di diversa specie. Il pericolo della libertà antica era che gli uomini, attenti unicamente ad assicurarsi la partecipazione al potere sociale, vendessero a poco prezzo i diritti e le soddisfazioni individuali. Il pericolo della libertà moderna è che, assorti nel godimento della nostra indipendenza privata e nel perseguire i nostri interessi privati, rinunciamo troppo facilmente al nostro diritto di partecipazione al potere politico". Ecco, siamo arrivati al punto: perché gli italiani non si interessano di politica? perché non difendono sè stessi, il proprio futuro ed il futuro dei propri figli? Non se ne interessano perché rincoglioniti dai reality e dai troppi problemi quotidiani, o perché, come credo, manca nel nostro Bel Paese la “consapevolezza del vivere”? Vivere consapevolmente significa capire, avere dei valori, credere nella giustizia, combattere l’ingiustizia, studiare, viaggiare, informarsi, dubitare, credere in sè stessi, mettersi in discussione, pensare con la propria testa, adeguarsi ad un mondo che cambia, amare sé stessi e gli altri, credere in valori spirituali, sviluppare la stima e l’autostima, occuparsi dei figli in senso etico-morale e formativo. Qui sta il problema, è un fatto di cultura, in un Paese dove si leggono meno giornali che nell’isola di Tonga, dove solo un cittadino su dieci legge un libro all’anno, dove le librerie sono luoghi d’incontro delle solite persone, posti piu’ simili alle botteghe degli alchimisti del medio-evo che ad un luogo di crescita personale, in queste condizioni, con dieci milioni di analfabeti o semi (dato Istat), il piu’ basso numero di laureati d’Europa, vorremmo anche avere una classe politica capace, attenta ai problemi, cosmopolita, liberale? Via, siamo seri, un Paese che ha sdoganato i comunisti anziché toglierli dall’Arco Costituzionale, che li ha portati al Governo (anche per colpa nostra), che ha come premier (minuscolo) un boiardo svenditore di aziende pro domo sua o dei suoi accoliti, un Paese con un presidente comunista mai pentito che arrotondava con le note spese, un Paese ove un gruppo di imbecilli marxisti titolano il loro giornalaccio (che vive con i nostri soldi) “Anche i ricchi piangano”, un Paese che non difende i propri confini e dove in alcuni mesi dell’anno ogni 3 minuti entra un clandestino che non verrà piu’ espulso, un Paese che non boccia gli studenti per risparmiare, da un Paese cosi’ cosa vi aspettate?

In caduta libera

Prodi oramai è in caduta libera e, lo sappiamo, è destinato a chiudere il discorso quanto prima. La domanda che mi pongo: finirà prima lui o questo paese? Un governo talmente arroffato e sballato che non si sa nemmeno cosa fa come può continuare a governare. Ricordo ancora, come se fosse ieri, Bersani vestito da Don Chichotte che decretò trionfante «licenze e taxi per tutti», ma fu subito costretto a rimangiarsi il provvedimento e oggi ci sono le stesse autopubbliche di prima, l’unica cosa che rischia di aumentare non è il servizio ma la tariffa del tassametro.
E chi di voi si è dimenticato la norma sulla retroattività dell’indeducibilità dell’Iva? Se applicata avrebbe fatto fallire 7 o 8 società immobiliari: quando la banda Tassotti se n’è accorta – perché in Borsa le azioni cadevano giù come birilli del bowling – ha cancellato tutto senza neppure il viso imporporato di vergogna. E l’indegna gazzarra sui Suv? Prima li tassano, poi ci ripensano e tassano i motorini, infine rifanno i conti e ristangano i gipponi. Ma, soprattutto, non s’era mai visto un viceministro dell’Economia che ammettesse candidamente di non aver fatto bene i conti, dopo che gli era stato spiegato che il salasso non è riservato solo ai ricchi, come egli si proponeva, ma anche a coloro che guadagnano 2mila euro mensili.Arroganti e incompetenti hanno introdotto la tassa sui beni dei morti, per poi correggerla in fretta appena si sono resi conto che colpiva anche chi ereditava un appartamentino da 150mila euro, così come hanno dovuto fare marcia indietro sull’esproprio delle liquidazioni, che rischiava di mettere sul lastrico artigiani e piccoli imprenditori.E che dire delle gaffe di Prodi? Un primo ministro che prometteva di riportare serietà e autorevolezza nel Paese, quando ha dovuto rispondere della sicurezza del Papa ha bofonchiato ironico: «Se ne occuperanno le sue guardie», intendendo ovviamente gli svizzeri con l’alabarda. Per cavarsi d’impiccio sul caso Telecom, prima ha dato del matto a chi gli chiedeva di andare a spiegare in Parlamento come fosse nata l’idea di usare soldi dei pensionati per comprarsi le centraline telefoniche, poi s’è inventato il complotto dei grandi giornali...

No signori... stiamo proprio alla fine

Monday, October 23, 2006

"La cittadinanza come scelta: sicurezza, accoglienza e tolleranza".

La cittadinanza non è affatto una scelta ma una condizione d’essere dovuta ad alcune circostanze della vita che possiamo definire, semplificamene, destino o, per chi non ci crede, caso della vita.
Difatti, prendendo il caso che più ci interesse, ossia l’Italia, si è cittadini, volenti o nolenti, di questo paese quando:
• Per filiazione (non dipende dalla nostra volontà)
• Per nascita sul territorio italiano in ogni caso in cui i genitori siano ignoti o apolidi o non trasmettano la propria cittadinanza al figlio secondo la legge dello Stato al quale essi appartengono (non dipende dalla nostra volontà);
• nel caso in cui il figlio di ignoti venga trovato abbandonato in territorio italiano e non si riesca a determinarne lo status civitatis (non dipende dalla nostra volontà).
• Per riconoscimento di paternità o maternità, durante la minore età del figlio (ne caso in cui il figlio riconosciuto sia maggiorenne, è necessaria la elezione di cittadinanza da parte di quest’ultimo entro un anno dal riconoscimento stesso) -(non dipende dalla nostra volontà)
• Per adozione sia che il minore straniero sia adottato da cittadino italiano mediante provvedimento dell’Autorità Giudiziaria italiana, sia nel caso in cui l’adozione venga pronunciata all’estero e resa efficace in Italia con ordine (emanato dal Tribunale per i minorenni) di trascrizione nei Registri dello Stato Civile (non dipende dalla nostra volontà)
• Se l’adottato è maggiorenne, può acquistare la cittadinanza italiana per naturalizzazione, decorso un periodo di residenza legale in Italia di 5 anni successivamente all’adozione (vedi in Modalità d’acquisto a domanda: Naturalizzazione) (dipende dalla nostra volontà)

Ossia per legge italiana, su sei casi in cui noi siamo cittadini solo in uno lo siamo consapevolmente e, soprattutto, solo in uno, la nostra volontà ha un peso fondamentale.
Per i rimanenti casi è semplicemente qualcosa che subiamo da volontà esterne.Io, ad esempio, sono cittadino di questo paese che amo ma che, al tempo, critico e non smetterò di criticare proprio perché lo adoro, non perché l’ho voluto ma perché figlio di madre e padre italiani.

Se volessi acquistare la cittadinanza estera dovrei rispettare le loro regole, che non conosco e dovrei conoscere ma che, dovrei rispettare per accedere al loro mondo.
Questo si chiama Rispetto di un paese non nostro, implicito in un mondo civile e democratico, come la nostra società reputa di essere. E’ logico che, al rispetto, in democrazie occidentali mature, corrisponderà una certa accoglienza, più o meno forte a secondo del luogo di destinazione. Accoglienza e tolleranza perché gli stranieri, nel caso andassimo via dal nostro paese, saremmo noi.
Quindi al rispetto da parte nostra dello loro tradizioni corrisponderà un’accoglienza e, soprattutto, una tolleranza delle nostre tradizioni. Se non c’è rispetto non può esserci tolleranza. Questa è la legge del mercato. Se domanda e offerta non si incrociano non può esserci lo scambio. Qui il discorso non è diverso, parliamo di domanda – accoglienza a cui si deve sempre controbilanciare l’offerta – rispetto.
Questo clima di scambio crea armonia, fratellanza, comunicazione, capacità di apertura al dialogo e alla crescita intellettuale. Quindi sicurezza di avere un alleato, un nuovo amico, un vicino e non qualcuno cui temere, da aver paura.

Questo per me è la cittadinanza: non può esserci senza lo scambio reciproco di rispetto-accoglienza ma questo scambio a me non pare che sempre c’è in Italia. Questo porta noi Italiani a temere lo straniero. Un peccato. Per noi e per loro.

Adamo Alessandro

Saturday, October 21, 2006

Governo Bugiardo

Un nuovo colpo del nostro governo totalmente incompetente e, nemmeno a dirlo, bugiardo fino all’inverosimile. Su questo punto però lascio correre visto che, lo sappiamo tutti, bugiardo è caratteristica necessaria (e sufficiente) per fare politica
Partiamo dal principio, visto che è anche un buon punto per iniziare: ossia dal programmone del centro-sinistra, composto da ben 281 pagine (quanta carta sprecata), alla cui pagina 227 è stato scritto “Vogliamo segnare una netta discontinuità con quanto fatto dal centrodestra in questi cinque anni: apriremo una nuova grande stagione di alfabetizzazione....” e ancora “....Dovremo promuovere l’istruzione scientifica e tecnica, mettere in comunicazione la scuola e il mondo, l’istruzione e il lavoro, innalzare ed estendere il livello d’istruzione del Paese per essere competitivi in Europa e nel mondo....”. il programma inoltre enumerava tutti i benefici e le innovazioni che l'unione avrebbe portato nel sistema scolastico italiano e chiosava dicendo ..."Tale insieme di misure richiederà un serio investimento nell’istruzione. Dovremo sviluppare politiche integrate, ed elaborare un piano finanziario, in rapporto al Pil, per obiettivi strutturali: edilizia scolastica, diritto allo studio, qualificazione degli insegnanti, progetti dell’autonomia, ampliamento del tempo scuola, organico funzionale e stabilità dei docenti." Quante belle parole. Avranno assoldato Dario Fo o qualche pseudo-intellettuale che sa scrivere perché un programma così bello non si vedeva da anni (la destra per la cronaca ha scritto un programma di 23 pagine di vuote parole). Risultato:
Secondo l'articolo 66 dell'attuale disegno di legge, in un anno, il rapporto dovrà crescere di 0,4 alunni per classe. I segmenti più penalizzati saranno quelli della scuola dell'infanzia, che passerà a quasi 23 bambini per aula, e la scuola superiore che dovrà sopportare un incremento di 0,6 alunni per classe. Nelle prime classi delle scuole secondarie di secondo grado - in parecchi casi già quest'anno con oltre 30 alunni - la situazione potrebbe farsi esplosiva, anche perché occorrerà fare spazio a circa 30 mila new entry per l'elevamento dell'obbligo scolastico a 16 anni. Il governo, incrementando il numero di alunni per classe, giustamente conta di tagliare più di 26 mila posti: 19 mila cattedre e 7 mila posti di bidello e personale di segreteria.
Riduzione delle ore di lezione nei Professionali. Si tratta ancora di un intervento sulla dispersione scolastica. E' proprio nel biennio degli istituti professionali che si registra il maggiore tasso di bocciati. La riduzione da 40 a 36 ore di lezione potrebbe rendere meno pesante gli studi e ridurre gli insuccessi scolastici. Intanto, l'operazione consentirà di tagliare circa 1.200 classi e di conseguenza 2.656 posti per altrettanti professori.
E il governo lo sapete come si difende??????????????????? VIOLANDO LA COSTITUZIONE.

Si. Perché ai tagli alla scuola pubblica si difende che lo Stato spendera' 100 mln come "sostegno alle scuole non statali”. Che io non conoscessi la Costituzione lo si sapeva già da tempo, ma che non la conoscessero i nostri governanti fa, quantomeno, deprimere.
Andiamoci a leggere l’art 34, terzo comma, che dice “Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato”..

Questa fonte è chiarissima. Si ha ben poco da interpretare. C’è ben poco da estendere, ridurre o manipolare. Qui c’è solo da rispettare. Però il governo è BUGIARDO E, PROBABIMENTE, IGNORANTE DELLA COSTITUZIONE.